lunedì 8 agosto 2011
Lupa del campidoglio
Secondo il mito, la vestale Rea Silvia venne violentata dal dio Marte e partorì due gemelli. Il nonno dei gemelli, Numitore, fu scacciato dal trono di Alba Longa dal fratello Amulio. Per evitare che i nipoti, diventati adulti, potessero rivendicare il trono usurpato, Amulio ordinò che fossero gettati nel Tevere in una cesta. Questa cesta si incagliò sul fiume alle pendici di un colle, dove i gemelli furono trovati da una lupa che si prese cura di loro finché non furono trovati dal pastore Faustolo. L'antro della lupa era il leggendario lupercale presso il colle Palatino. La statua è l'icona stessa della fondazione della città. Le fonti antiche parlano di due statue bronzee della Lupa, una nel Lupercale, l'altra nel Campidoglio. La prima statua, quella del Palatino, è citata nel 295 a.C., quando i due edili Olgunii le aggiunsero una coppia di gemelli. Cicerone riporta come il simulacro capitolino venne colpito da un fulmine nel 65 a.C. e da allora non venne riparato. La statua che conosciamo venne quasi sicuramente realizzata tra il X e il XIV secolo, grazie alle recenti analisi condotte sulle terre di fusione usate nella lega bronzea. Fino a pochi anni fa la si riteneva invece un originale datato, con esiti diversi, dagli inizi del V secolo a.C. al III secolo a.C., che non era mai finito sotto terra. Ciò testimonia comunque la prova della continuità dello spirito romano dall'antichità attraverso il medioevo e oltre.
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